In un comunicato stampa, l’Asaps (Associazione Sostenitori e Amici della Polizia Stradale) denuncia: “Un inverno che sembra ancora in servizio permanente effettivo sta dando un colpo ulteriore alle condizioni già compromesse delle strade italiane sia urbane che extraurbane provinciali e statali. La situazione è sotto gli occhi e le gomme di tutti. Crateri sempre più ampi e profondi, buche sempre più fitte fanno di moltissimi tratti di strade urbane veri percorsi di guerra a rischio pneumatici, ruote e anche rischio vita per conducenti e trasportati. Se ci fosse chi inventa una sorta di Tom Tom delle buche per evitarle farebbe successo. Condizioni identiche per molte provinciali e statali”.
Secondo l’Asaps, “è assurdo che in un Paese nel quale i cittadini della mobilità: automobilisti, camionisti, motociclisti pagano circa 60 miliardi di euro l’anno fra tasse, imposte e accise, si ritrovino con una situazione delle strade che non si può più neppure definire, come un tempo, balcanizzata, perché sarebbe offensivo per i paesi balcanici che hanno strade sicuramente migliori delle nostre. Fra patti di stabilità che bloccano il portafoglio degli enti locali e tagli nelle assegnazioni agli enti proprietari delle strade la situazione sta diventando insostenibile”.
Poi l’appello, che “chiede alle istituzioni di promuovere da subito una inchiesta nazionale sullo stato delle strade, sulle modalità delle loro riparazioni e sui rischi corsi o che corrono i conducenti e trasportati, su quale incidenza hanno i dissesti delle strutture stradali sulle lesioni o addirittura sugli incidenti gravi e mortali”. Conclude l’Asaps, attraverso il proprio presidente, Giordano Biserni: “Il dissesto stradale ha conseguenze enormi sulla già affaticata economia, ne avrà poi notevoli sui flussi turistici della prossima estate e ora rischia di comportare rilevanti costi economici per gli automobilisti e addirittura costi umani soprattutto per i conducenti e trasportati dei veicoli a due ruote”.
Nel frattempo, sempre l’Asaps rende noto che le cifre di “vittime e feriti su motocicli e ciclomotori fanno intravedere finalmente una netta inversione di tendenza”. Secondo i dati diffusi dall’Istat, fra le 22.043 vittime fatali dell’ultimo quinquennio 2007-2011, sono stati 6.403, pari al 29% del totale. Il dato rilevante è che “si è passati da 1.540 morti fra i dueruotisti nel 2007 a 1.088 nel 2011, con un calo secco di 452 vittime mortali pari a un -29,3% superiore alla diminuzione generale della mortalità per incidenti stradali, pedoni compresi, che, pur buona, si è fermata a -24,8%, essendo passata da 5.131 vittime del 2007 a 3.860 del 2011″.
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